ISGroup rinnova il sostegno a e-privacy XXXVI (2025): La vita è tutto un dossier

C’è un filo rosso che da oltre vent’anni attraversa il mondo della tecnologia, del diritto e della società civile: si chiama e-privacy, ed è più di un semplice convegno. È un presidio culturale. È una presa di posizione. È, soprattutto, un appuntamento irrinunciabile per chiunque creda che la libertà passi anche – e forse soprattutto – dalla tutela dei dati personali.

ISGroup rinnova il sostegno a e-privacy: perché oggi, più che mai, difendere la privacy è un dovere.

Anche per questo, ISGroup ha scelto di esserci. Ancora una volta. Ma non come semplice spettatore: come sponsor e partner convinto, al fianco di chi lavora ogni giorno per restituire dignità, consapevolezza e strumenti concreti a chi vive nel mondo digitale.

Il 22 e 23 maggio, nella sede della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari, prenderà il via la trentaseiesima edizione del convegno, intitolata “La vita è tutto un dossier”. E mai come oggi quel titolo risuona come un monito.

Viviamo un’epoca in cui ogni click, ogni parola digitata, ogni gesto tracciabile è potenzialmente parte di un archivio – ufficiale o meno – che parla di noi. Un’epoca in cui la tecnologia, seppur brillante, ha smesso di chiederci il permesso. E in cui l’illusione del controllo ha lasciato il posto a una rassegnazione silenziosa.

Ma arrendersi non è nel DNA di ISGroup.

La nostra missione è nata proprio su questo crinale: quello in cui la sicurezza incontra l’etica, la competenza si intreccia con la responsabilità, e la tecnologia si piega – finalmente – agli interessi delle persone. Sponsorizzare e-privacy significa, per noi, dare forza a una voce collettiva che chiede più trasparenza, più diritti e meno compromessi.

Ed è un gesto che va oltre la visibilità. È una dichiarazione d’intenti.

Il programma di quest’anno si preannuncia denso, lucido, tagliente: si parlerà di intelligenza artificiale e sorveglianza predittiva, di dark pattern e consenso manipolato, di sanità digitale, di privacy applicata alle PMI, e persino del ruolo delle agenzie di sicurezza in una società sempre più osservata e sempre meno libera.

Al centro, come sempre, ci saranno le persone. Quelle che subiscono, quelle che resistono, quelle che vogliono capire. E quelle – come noi – che scelgono ogni giorno di proteggere, formare e innovare con integrità.

Essere sponsor di e-privacy non ci rende semplicemente parte dell’evento. Ci rende parte di una comunità. Di un’alleanza che crede nella tecnologia umana, nella sicurezza come diritto, nella trasformazione come opportunità per tutti, non solo per pochi.

Per questo, a chi ci chiede perché continuiamo a sostenere questo evento, la risposta è semplice: perché è necessario.

E perché non basta dire da che parte si sta. Bisogna dimostrarlo.

Chi è ISGroup SRL

ISGroup SRL è una boutique italiana di cybersecurity fondata nel 2013 da un gruppo di ricercatori indipendenti attivi nella scena ethical hacker italiana fin dal 1994. Con un approccio artigianale e specializzato, ISGroup fornisce test di sicurezza manuali e avanzati, focalizzati sull’analisi dal punto di vista dell’attaccante.

L’azienda è riconosciuta per la sua esperienza nei settori di Ethical Hacking, Penetration Test, Vulnerability Assessment e Red Teaming, offrendo servizi personalizzati ad aziende, istituzioni e organizzazioni non profit. ISGroup è certificata ISO 9001 e ISO 27001, e lavora regolarmente su progetti critici per la sicurezza nazionale, la conformità normativa e la resilienza digitale.

Nel corso degli anni, ISGroup ha supportato progetti indipendenti dedicati alla difesa della privacy e dei diritti digitali, come il Progetto Winston Smith. Questa collaborazione riflette la missione dell’azienda: migliorare la sicurezza delle tecnologie e promuovere una cultura della protezione dei dati in una società sempre più digitale.

Dentro l’agenda: tre giorni per capire cosa sta davvero succedendo alla nostra privacy

C’è chi la considera una battaglia persa. Altri la ignorano, distratti da urgenze più tangibili. Eppure, la privacy resta una delle questioni più cruciali – e spesso meno comprese – del nostro tempo. Non a caso, l’edizione 2025 di e-privacy sceglie un titolo provocatorio quanto emblematico: “La vita è tutto un dossier”.

Nel corso delle tre sessioni in programma tra il 22 e il 23 maggio, un fitto calendario di interventi ci guiderà in una disamina senza retorica, e senza sconti, su cosa significhi oggi essere esposti, tracciati, profilati. E su quali siano le possibilità concrete di difendersi.

Il mattino del 22 maggio si apre con una domanda implicita ma potente: possiamo ancora parlare di riservatezza?

Lo sottolinea Marco Calamari, figura storica del Progetto Winston Smith, che introduce i lavori ricordandoci come ormai ogni aspetto della nostra esistenza – personale, lavorativa, sanitaria – venga ridotto a stringhe di dati, analizzabili e commerciabili.

Subito dopo, Ugo Lopez affronta uno dei nodi più urgenti: intelligenza artificiale, privacy e sicurezza. Dove finiscono i confini tra automazione e sorveglianza? E quanto siamo realmente consapevoli delle interazioni tra questi mondi?

La provocazione vera arriva da Christian Bernieri, DPO di lungo corso, che esplora un concetto tanto scomodo quanto realistico: il maltrattamento preterintenzionale dei dati, ossia quei casi in cui è la stessa vittima a fornire – inconsapevolmente – gli strumenti del proprio controllo.

Nanni Bassetti, esperto in forensics digitali, porta il discorso su un piano ancora più concreto: l’AI Act e la privacy sono davvero applicabili, o sono solo teoria? Un interrogativo che scuote più di un operatore del settore.

A seguire, si aprono riflessioni sul modo in cui viviamo – e organizziamo – i nostri dati. Emanuele Brambilla introduce una distinzione interessante tra “infosfera” e “docusfera”, mentre Art P. interroga il pubblico con una domanda spiazzante: la privacy è davvero alla nostra portata, o è un privilegio per pochi?

Stefano Mastella smonta infine uno dei luoghi comuni più diffusi: che il GDPR sia troppo complesso per le PMI. Con tono pragmatico e dati alla mano, mostra come il problema non sia tanto la norma, ma la volontà (o meno) di applicarla.

A chiudere la mattinata, Jolanda Giacomello ci porta nel futuro prossimo con uno scenario inquietante quanto verosimile: il dossieraggio predittivo, ovvero la profilazione algoritmica delle nostre scelte prima ancora che le compiamo.

Nel pomeriggio, la riflessione si sposta su educazione, piattaforme e manipolazione.

Apre la sessione una tavola rotonda sull’etica del trattamento dei dati in ambito scolastico e universitario: Learning Analytics, inteso come strumento di analisi comportamentale, può diventare un’arma a doppio taglio se mal gestito. A parlarne, un team multidisciplinare guidato da Michele Baldassarre.

Poi si entra nel cuore della domanda che dà il titolo all’evento: chi legge i nostri dossier? Ce lo spiega Rebecca Berto, affrontando la questione della base giuridica e dei diritti di accesso.

Il pomeriggio alza il livello di attenzione con Ferdinando Traversa, che racconta le sfide di Wikipedia, piattaforma che si muove da sempre su un equilibrio delicatissimo tra apertura, anonimato e responsabilità editoriale.

Seguono due interventi di grande spessore: Marco Ciurcina, avvocato esperto di diritto delle tecnologie, esplora le intersezioni tra Stato e mercato nella governance della privacy; mentre Vito Nicola Convertini svela i meccanismi (spesso invisibili) dei dark pattern e propone soluzioni tecniche contro la manipolazione del consenso.

Chiude la giornata Luca Landucci, con una riflessione di ampio respiro sul valore nascosto della nostra vita online: una ricchezza che raramente ci appartiene davvero.

E il 23 maggio? Si entra nel vivo delle sfide istituzionali.

La mattinata di venerdì si apre con uno dei temi più caldi del momento: la nascita dello Spazio Europeo dei Dati Sanitari (EHDS). Filippo Bianchini ne esplora le potenzialità, ma anche le ambiguità.

Segue una lettura attenta e senza sconti delle piattaforme social come “dossier digitali”, firmata da Monica Gobbato e Angela Pedalina.

Il terzo intervento è affidato a un ospite d’eccezione, in rappresentanza di una delle autorità italiane più autorevoli in materia di tutela dei dati personali. Il discorso si concentra sulla necessità di un equilibrio tra protezione dei diritti e sviluppo tecnologico, tra libertà individuali e sicurezza collettiva. Una visione di sistema, che tenta di rispondere a una domanda cruciale: è ancora possibile governare l’ecosistema digitale senza arrendersi alla sua complessità?

Dopo la pausa, la scena è occupata da una riflessione tagliente su un tema tanto sottovalutato quanto pervasivo: la monetizzazione dei dati personali. Dietro ogni app gratuita, ogni accesso facile, ogni servizio “senza costi”, c’è un valore che viene estratto da noi, spesso a nostra insaputa. Chi incassa? Chi controlla? E chi tutela?

Si prosegue con un’analisi pungente sul ruolo delle agenzie per la sicurezza nazionale, che da anni ormai operano nell’ombra di normative ambigue e legittimazioni sempre più elastiche. Il confine tra sorveglianza e sicurezza, tra protezione e intrusione, diventa ogni giorno più sottile. E la domanda non è se ci osservano, ma quanto e con quali conseguenze.

Il penultimo intervento riprende un tono ironico e provocatorio nel titolo, ma lucido nell’analisi: “Abbiamo scoperto l’acqua calda”. Un invito a riconsiderare ciò che ormai diamo per scontato, ma che in realtà continua a minacciare la nostra libertà digitale.

Chiude la sessione un contributo ad alta densità tecnica, dedicato ai sistemi di anonimizzazione dei dati: una promessa spesso disattesa, vulnerabile, aggirabile. L’intervento mostra come, anche qui, le buone intenzioni rischiano di naufragare senza una progettazione accurata, una sorveglianza costante e un dibattito pubblico all’altezza.

Con le parole conclusive di XXX, si chiude e-privacy XXXVI. Ma la sensazione è chiara: il convegno finisce, il dossier no. Sta a noi decidere se scriverlo, subirlo o – finalmente – proteggerlo.

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