L’Information and Communication Technology (ICT) è il pilastro su cui si reggono settori cruciali come quello finanziario, amplificando l’efficienza del mercato interno. Tuttavia, la crescente digitalizzazione e interconnessione portano l’aumento del rischio ICT. È qui che entra in gioco l’ethical hacking.
L’ascesa dell’intelligenza artificiale nell’hacking
Tra le tendenze emergenti nel panorama del cybercrime, spicca in modo preoccupante l’integrazione dell’intelligenza artificiale (AI) nelle metodologie di attacco. Il futuro del cybercrime vedrà probabilmente attacchi più mirati, personalizzati e difficili da prevedere, orchestrati da un’intelligenza artificiale in continua evoluzione.
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il cybercrime, offrendo agli attaccanti strumenti sempre più sofisticati:
- Algoritmi di apprendimento automatico possono essere impiegati per analizzare grandi volumi di dati al fine di identificare vulnerabilità con una rapidità senza precedenti.
- Email di phishing e deepfake generati da AI rendono più difficile distinguere gli attacchi.
- Malware basati su AI bypassano più facilmente i sistemi di rilevamento tradizionali, si potrebbero sviluppare malware polimorfici in grado di eludere le tradizionali soluzioni di sicurezza.
L’accessibilità crescente a queste tecnologie significa che non solo gli stati-nazione, ma anche criminali meno organizzati possono sfruttare l’AI per scopi malevoli.
La crescente minaccia degli attacchi alla supply chain
Un’altra frontiera critica è rappresentata dall’escalation degli attacchi alla supply chain. Un singolo punto di compromissione può colpire più organizzazioni contemporaneamente, creando rischi sistemici. Le organizzazioni moderne operano all’interno di ecosistemi complessi, interconnessi con numerosi fornitori di servizi ICT, spesso considerati critical ICT third-party service providers.
Questa interdipendenza crea un’ampia superficie di attacco: compromettendo un singolo fornitore, gli attaccanti possono potenzialmente accedere a una vasta rete di clienti. La concentrazione dei servizi ICT presso un numero limitato di fornitori terzi critici amplifica ulteriormente il rischio sistemico, rendendo insufficienti i meccanismi nazionali per quantificare, qualificare e riparare le conseguenze di un incidente ICT.
Il futuro vedrà con ogni probabilità un aumento di attacchi sofisticati che mirano a sfruttare le vulnerabilità presenti in questa intricata catena di fornitura.
L’integrazione tra mondo fisico e digitale
L’Internet of Things (IoT), i sistemi di controllo industriale (ICS) e le infrastrutture critiche diventano bersagli appetibili, con potenziali conseguenze che vanno ben oltre la perdita di dati, potendo causare danni fisici significativi e disagi su vasta scala.
Questi sistemi, spesso meno protetti rispetto agli ambienti IT tradizionali, sono bersagli privilegiati per:
- Disruption di servizi essenziali (energia, trasporti, sanità).
- Cyber-spionaggio e furto di dati sensibili.
- Attacchi con impatto fisico (es. sabotaggio di impianti industriali).
Ethical Hacking: contrastare i rischi futuri per le organizzazioni
Le tendenze emergenti nel cybercrime delineano un futuro carico di rischi inediti per le organizzazioni di ogni dimensione e settore. L’incremento del rischio ICT, amplificato dalla digitalizzazione e dall’interconnessione, rende il sistema finanziario particolarmente vulnerabile. La stabilità finanziaria e l’integrità del mercato, dipendono intrinsecamente dalla resilienza operativa digitale delle entità finanziarie.
La dipendenza crescente da servizi ICT forniti da terzi, inclusi quelli intragruppo, introduce ulteriori livelli di complessità e vulnerabilità. Sebbene la fornitura di servizi ICT all’interno di un gruppo finanziario possa presentare specifici vantaggi e rischi, non dovrebbe essere automaticamente considerata meno rischiosa rispetto a quella fornita da entità esterne e, pertanto, dovrebbe essere soggetta allo stesso quadro normativo. La concentrazione ICT presso fornitori terzi critici pone sfide significative per i supervisori finanziari, che spesso non dispongono di strumenti adeguati per valutare e mitigare i rischi derivanti da incidenti che colpiscono tali fornitori.
Resilienza e gestione del rischio ICT
Nel contesto del settore finanziario, i propagatori di cyber-attacchi tendono a perseguire guadagni finanziari diretti alla fonte, esponendo le entità a conseguenze significative. La prevenzione di tali eventi richiede un approccio olistico che integri la gestione del rischio ICT con le strategie aziendali complessive.
Le figure apicali delle organizzazioni devono assumere un ruolo centrale e attivo nella guida e nell’adeguamento del quadro di gestione del rischio ICT e della strategia globale di resilienza operativa digitale. L’approccio dei vertici non deve limitarsi ad assicurare la resilienza dei sistemi ICT, ma deve estendersi alle persone e ai processi, attraverso politiche che promuovano una forte consapevolezza dei rischi informatici e un impegno verso una rigorosa igiene cibernetica a tutti i livelli aziendali. La responsabilità ultima della gestione del rischio ICT di un’entità finanziaria ricade sul suo organo di gestione.
Per affrontare efficacemente le minacce future, le organizzazioni devono sviluppare un solido, completo e ben documentato quadro di gestione del rischio ICT come parte integrante del loro sistema di gestione del rischio complessivo. Esso deve includere strategie, politiche, procedure, protocolli e strumenti ICT necessari per proteggere adeguatamente tutti gli asset informativi e ICT, inclusi software, hardware, server, nonché le componenti e infrastrutture fisiche rilevanti.
Inoltre, le entità finanziarie dovrebbero essere incoraggiate a scambiare informazioni e intelligence sulle minacce informatiche tra di loro, sfruttando collettivamente le proprie conoscenze ed esperienze pratiche a livello strategico, tattico e operativo. La creazione a livello unionale di meccanismi per accordi volontari di condivisione di informazioni, condotti in ambienti fidati, aiuterebbe la comunità del settore finanziario a prevenire e rispondere collettivamente alle minacce informatiche.
Il ruolo dell’Ethical Hacking nel futuro della sicurezza
L’ethical hacking emerge come un componente indispensabile di una strategia di sicurezza proattiva. Simulando attacchi informatici del mondo reale in un ambiente controllato, gli ethical hacker possono identificare vulnerabilità e punti deboli nelle difese di un’organizzazione prima che attori malevoli possano sfruttarli.
Ethical Hacking: Oltre il Penetration Testing tradizionale
Sebbene il penetration testing tradizionale rimanga una tecnica preziosa per la valutazione della sicurezza, l’evoluzione del panorama delle minacce richiede l’adozione di metodologie più avanzate come il Threat-Led Penetration Testing (TLPT). Il TLPT va oltre la semplice identificazione delle vulnerabilità; sfrutta la threat intelligence per creare scenari di attacco realistici basati sulle tattiche, tecniche e procedure (TTP) di attori delle minacce noti. Questo approccio consente alle organizzazioni di testare la propria resilienza contro le minacce specifiche che hanno maggiori probabilità di affrontare in futuro.
Come evidenziato nell’articolo sul TLPT, questa forma avanzata di ethical hacking utilizza la threat intelligence per simulare attacchi realistici, concentrandosi sulla credibilità e massimizzando l’efficacia dei test. L’ethical hacking, in particolare con il TLPT, spesso implica un’analisi più approfondita e l’esplorazione di potenziali vettori di attacco, comprese vulnerabilità zero-day ed exploit personalizzati.
L’importanza della Threat Intelligence nell’Ethical Hacking
La threat intelligence svolge un ruolo cruciale nelle moderne pratiche di ethical hacking. Fornisce il contesto e il realismo necessari per rendere i test di sicurezza veramente efficaci. Comprendendo le motivazioni, le capacità e le TTP dei potenziali avversari, gli ethical hacker possono:
- Sviluppare scenari di attacco realistici.
- Migliorare le attività di ricognizione: la threat intelligence offre informazioni preziose su potenziali obiettivi, vettori di attacco e dati disponibili pubblicamente (OSINT) che gli attori malevoli potrebbero utilizzare.
- Migliorare la valutazione delle vulnerabilità: comprendere le tendenze degli attacchi attuali può aiutare gli ethical hacker a dare priorità alla ricerca e allo sfruttamento delle vulnerabilità più rilevanti.
- Condividere informazioni azionabili: i risultati degli esercizi di ethical hacking basati sulla threat intelligence forniscono informazioni preziose per i team di sicurezza interni, al fine di rafforzare le difese e migliorare le capacità di risposta agli incidenti.
Informazioni condivise e apprendimento continuo nell’ethical hacking
Il futuro della cybersecurity dipende fortemente dalla collaborazione e dalla condivisione delle informazioni sulle minacce. Le entità finanziarie sono incoraggiate a scambiarsi threat intelligence per migliorare le proprie capacità di difesa collettiva. Gli ethical hacker possono contribuire a questa condivisione di informazioni documentando i loro risultati, comprese le TTPs osservate durante le simulazioni, e condividendo intuizioni anonimizzate con la comunità della sicurezza più ampia.
Inoltre, la natura in rapida evoluzione delle minacce informatiche richiede un apprendimento e un adattamento continui per gli ethical hacker. Tenersi aggiornati sulle ultime tecniche di attacco, vulnerabilità e tendenze della sicurezza è cruciale per condurre valutazioni di sicurezza efficaci e realistiche. Investire nella formazione e nelle certificazioni di ethical hacking è vitale per dotare i team di sicurezza delle competenze e delle conoscenze necessarie per difendersi dalle minacce future.
Audit e monitoraggio continuo
Audit interni regolari del framework di gestione del rischio ICT sono essenziali per garantirne l’efficacia. Questi dovrebbero essere condotti da professionisti con sufficienti conoscenze ed esperienza nel rischio ICT. Le conclusioni di questi audit dovrebbero guidare un processo di follow-up formale, compresa la verifica tempestiva e la rimediazione dei risultati critici.
Il monitoraggio continuo di sistemi e reti è altrettanto cruciale per rilevare e rispondere alle minacce informatiche. Le intuizioni ottenute dagli esercizi di ethical hacking possono informare lo sviluppo di regole di monitoraggio e meccanismi di allerta più efficaci. Integrare l’analisi dei record di audit con altre informazioni di sicurezza, come i dati di scansione delle vulnerabilità e le informazioni di monitoraggio del sistema, può ulteriormente migliorare la capacità di identificare attività sospette.
Threat Hunting
Il threat hunting rappresenta un approccio proattivo alla difesa informatica che completa le misure di sicurezza tradizionali: implica la ricerca attiva nei sistemi organizzativi di indicatori di compromissione e il rilevamento di minacce che hanno eluso i controlli esistenti. La conoscenza delle TTP degli attaccanti acquisita attraverso le simulazioni di ethical hacking è inestimabile per sviluppare strategie di threat hunting efficaci. I team di threat hunting possono sfruttare la threat intelligence e persino creare nuove intelligence basate sui loro risultati, che possono poi essere condivise con la comunità della sicurezza più ampia.
Per navigare in questo orizzonte impegnativo, è essenziale un cambiamento di paradigma dalle misure di sicurezza reattive a un approccio proattivo e focalizzato sulla resilienza. L’ethical hacking, nelle sue forme avanzate come il Threat-Led Penetration Testing, rappresenta una pietra angolare di questa strategia proattiva. Simulando attacchi realistici basati su threat intelligence e TTP degli avversari, gli ethical hacker forniscono intuizioni preziose sulle vulnerabilità di un’organizzazione e sulla sua capacità di resistere alle minacce informatiche future.
Andando avanti, le organizzazioni devono riconoscere che investire nelle capacità di ethical hacking non è semplicemente una spesa, ma un investimento cruciale per la loro futura sicurezza e continuità operativa. Abbracciando una mentalità di sicurezza proattiva e sfruttando l’esperienza degli ethical hacker, le organizzazioni possono prepararsi meglio per le minacce informatiche di domani e costruire un futuro digitale più sicuro e resiliente per tutti.